Antefatto ed adolescenza di Karl Marx

Con questo primo articolo vorrei iniziare un percorso che, attraverso l’analisi di documenti, eventi e scritti, ci accompagnerà alla scoperta delle vite e delle idee di Karl Marx e Friedrich Engels.

Padri del socialismo scientifico vissuti durante il XIX secolo, definito dallo storico inglese Eric Hobsbawm “il secolo lungo” (per opporlo al ‘900, il “secolo breve”), il loro pensiero è stato più volte ripreso e riadattato, utilizzato come bandiera da movimenti rivoluzionari o di protesta contro ingiustizie sociali ed economiche, ma anche adottato e  strumentalizzato da regimi dittatoriali e movimenti terroristici allo scopo di nobilitare le proprie azioni e la loro stessa esistenza agli occhi dei  popoli e di milioni di discepoli del socialismo.

L’AREA TEDESCA DOPO VIENNA

Per poter trattare al meglio i primi anni di vita dei nostri due protagonisti è necessario prima parlare del contesto in cui sono nati, ovvero l’Europa, la Germania e l’area renana tra il 1815 ed il 1830.

In seguito al primo esilio di Napoleone all’Isola d’Elba, i rappresentanti delle potenze vincitrici, e il principe de Talleyrand (presente in qualità di inviato del restaurato Luigi XVIII), si incontrarono a Vienna per redigere la mappa di un’Europa “restaurata”.

Nonostante il breve ed imprevisto ritorno di Bonaparte sul trono culminato con la sbattaglia di Waterloo (18 giugno 1815), i lavori del congresso proseguirono fino alla loro conclusione il 9 giugno dello stesso anno.

La Francia, sconfitta e governata nuovamente da un membro della dinastia Borbone, ottenne di tornare ai confini del 1792 (anno in cui venne deposto Luigi XVI e proclamata la repubblica).

A Nord la Svezia, sul cui trono sedeva l’ex generale napoleonico Jean-Baptiste Jules Bernadotte, ottenne la Norvegia, prima parte del regno di Danimarca.

Allo scopo di arginare la Francia, il Regno di Sardegna ottenne i territori della Repubblica di Genova; a nord invece venne creato il Regno Unito dei Paesi Bassi  (Olanda e Belgio).

In Italia la dinastia borbonica ed il papato vennero restaurati, membri collaterali della famiglia Asburgo ottennero il Granducato di Toscano, il Ducato di Parma, Piacenza e della Guastalla (Asburgo-Lorena) e il Ducato di Modena (Asburgo-Este).

La Repubblica di Venezia non venne restaurata ed i suoi territori, insieme alla Lombardia (già dipendente dal Sacro Romano Impero prima della conquista francese), entrarono a far parte dell’impero austriaco come Regno Lombardo-Veneto.

Le maggiori difficoltà derivarono dalla difficile situazione dell’Europa centrale dove Impero austriaco, Impero russo e Regno di Prussia si contesero la supremazia sui territori polacchi (a seguito della soppressione del Granducato di Varsavia) e sul territorio tedesco (a seguito della fine del Sacro Romano Impero sancita da Napoleone nel 1806).

Il re di Prussia Federico Guglielmo III, al fine di garantire al suo Paese un vantaggio rispetto all’imperatore Francesco I, cercò un accordo con lo zar Alessandro I; in cambio dell’annessione russa della Polonia prussiana, lo zar avrebbe sostenuto le pretese di Federico Guglielmo sulla Sassonia, regione tedesca da almeno un secolo obiettivo delle mire prussiane.

Il piano venne però scoperto  da Talleyrand che, insieme al principe di Metternich, giunse a minacciare una guerra nel caso Prussia e Russia avessero concluso un accordo.

La Polonia venne divisa tra Austria (Repubblica di Cracovia), Prussia (che mantenne la regione di Posen) e Russia (la cui parte di Polonia prese il nome di Polonia del Congresso, considerata come regno dipendente).

Per quanto riguarda l’area tedesca, il conflitto politico tra Austria e Prussia si risolse nella creazione di una Confederazione Tedesca che riuniva i regni di Prussia, Baviera, Hannover, Sassonia, e Wuttemberg, i Granducati di Baden, Hessen, Oldenburg e Meclemburgo-Schwerin, principati minori, città libere e i territori di lingua tedesca dell’Impero austriaco (Austria, Boemia, Trentino), sotto la presidenza dell’imperatore d’Austria.

Come compensazione, il regno di Prussia ottenne nuovi territori in tutto il territorio tedesco come la Pomerania, alcune aree della Sassonia e la regione renana dove Marx ed Engels nacquero.

TREVIRI E IL GRANDUCATO DEL BASSO RENO

La città di Treviri fu, dalla fine del IX secolo d.C. alle prime fasi delle guerre rivoluzionarie, sede di un principe-arcivescovo dotato di ampie autonomie e prerogative sulla propria arcidiocesi e che, a partire dal 1356, anno della Bolla d’Oro, ottenne il titolo di principe elettore (insieme ai colleghi insediati a Colonia e a Magonza).

L’ultimo arcivescovo a detenere il titolo di principe-elettore fu Clemente Venceslao di Sassonia, nono figlio del duca di Sassonia e re di Polonia Federico Augusto III.

Nel 1768 passò dall’essere principe vescovo di Ratisbona e Frisinga al ricoprire le cariche di principe-arcivescovo di Treviri e principe vescovo di Augusta.

Durante la rivoluzione francese sostenne il partito realista, ospitando a Coblenza molti fuoriusciti, ma i successi dell’armata francese del Reno erosero progressivamente i suoi domini

Nell 1803 le sue ultime proprietà territoriali vennero secolarizzate dietro pagamento di un indennizzo monetario.

La città di Treviri venne occupata dalle forze francesi già nell’agosto 1794 e tre anni dopo, il 13 aprile 1797, divenne il capoluogo del dipartimento della Saar e successivamente della Repubblica “sorella” Cisrenana (1797-1801), sorta grazie all’attivismo di repubblicani tedeschi quali il giornalista Johann Joseph Görres (1776-1848) e il matematico Mathias Metternich  (1747-1824).

Questi attivisti riuscirono a cacciare i funzionari dell’antico regime reinsediati dalle forze occupanti francesi guidate dal generale Louis-Lazare Hoche (1768-1797).

L’incapacità della classe dirigente di far nascere un sentimento nazionale tra la popolazione locale, unita al desiderio del direttorio francese di annettere definitivamente i territori sulla riva sinistra del Reno e agli accordi tra Francia e Sacro Romano Impero presenti nel Trattato di Campoformio (17 ottobre 1797), portarono ad una progressiva perdita di autonomia da parte della Repubblica che cessò di esistere nel 1801.

In seguito alla sconfitta di Napoleone e all’annessione al Regno di Prussia, la città di Treviri, insieme ai territori  circostanti, entrarono a far parte della provincia del Granducato del Basso Reno fino al 1822, quando questa venne fusa con la provincia del Granducato di Julich-Kleve-Berg nella provincia del Reno (Renania).

Il primo governatore del Granducato fu Johann August Sack (1764-1831), governatore civile di Berlino dopo la fuga di Federico Guglielmo III nel 1806.

Mantenne tale carica dal 1815 al 1816 anno in cui, a causa di contrasti con il sovrano, venne trasferito in Pomerania dove riorganizzò la regione, assimilando la parte del territorio precedentemente nelle mani degli svedesi, ma incontrando l’ostilità dell’aristocrazia locale.

Il suo successore fu Karl Heinrich Ludwig Freiherr von Ingersleben (1753-1831) in precedenza presidente della Camera di Guerra e Dominio della Pomerania, adottando nel 1799 una riforma agraria che abolì la servitù della gleba.

Quando venne trasferito lungo il Reno, Ingersleben dovette affrontare la resistenza del generale dell’VIII corpo d’armata Von Gneisenau, amico personale di Sack, che venne costretto ad accettare il nuovo governatore dalle pressioni del ministro della guerra von Boyen, per poi essere sostituito da von Hake prima e da von Thielmann poi.

Ingersleben si fece ben volere dalla popolazione del Granducato ed il suo operato impressionò a tal punto i superiori a Berlino da spingerli, quando nel 1822 morì il governatore della Provincia del Granducato di Julich-Kleve-Berg, a nominarlo primo governatore della provincia del Reno.

Durante il suo mandato introdusse nella regione il trasporto a vapore e le riforme di Johannes Schulze e Gerd Eilers in ambito educativo.

INFANZIA ED ADOLESCENZA DI KARL MARX

Karl Marx nacque, stando al documento n° 231  del registro delle nascite di Treviri datato 7 maggio 1818 e redatto da un segretario governativo chiamato Karl Petrash, il 5 maggio 1818 alle 2:00.

Il padre, Heinrich Marx, allora trentasettenne, nacque nel 1777 a Saarlouis come Hershel Levy Mordecai in una famiglia ebrea di tradizione rabbinica (il padre ed il fratello furono i rabbini di Treviri, così come il nonno materno ed i suoi antenati).

A partire dal 1808, a causa del decreto Bayonne che imponeva agli ebrei l’adozione di un cognome unico, adottò per sé il cognome Marx.

Grazie all’abolizione di leggi ostili agli ebrei, nel 1810 iniziò gli studi di diritto a Berlino, concludendoli, tre anni dopo, a Coblenza ottenendo il diploma abilitativo che utilizzò per aprire uno studio a Treviri.

Durante gli studi si iscrisse alla massoneria (Stella Anseatica) e lavorò come traduttore del tribunale di Osnabruck.

Nel 1814 a Nimenga, in Olanda, sposò Herriette Presburg, figlia del commerciante tessile ungherese (fuggito in Olanda a causa delle persecuzioni anti-ebraiche) Isaac Heijmans Presburg che diede in dote alla figlia 20.000 fiorini olandesi.

Fatto curioso che forse tornerà nei prossimi articoli: una delle sorelle della madre di Marx, Sophie, sposò Lion Philips, padre di Frederik, che nel 1891 fondò la Philips&Co.

Dopo le nozze la coppia si trasferì definitivamente a Treviri dove Heinrich tornò alla pratica forense fino al 1816, quando una disposizione ministeriale prussiana vietò agli ebrei l’esercizio della professione .

Nel 1820, davanti alla scelta di convertirsi alla fede luterana o rinunciare a svolgere la propria professione, Heinrich venne battezzato, seguito nel 1824 dai figli e nel 1825 dalla moglie.

Tra il 1830 e il 1835 il giovane Karl frequentò il ginnasio Federico Guglielmo di Treviri dove era preside Johan Hugo Wyttenbach (1767-1848), pedagogista kantiano, che durante l’età napoleonica si distinse come primo bibliotecario di Treviri, salvando dalla dispersione i 60.000 volumi che avevano fino ad allora costituito il patrimonio librario dei vari monasteri secolarizzati presenti nel Dipartimento della Saar, riunendoli all’interno della biblioteca cittadina.

Tra i suoi professori figurò anche il latinista Vitus Loers (1792-1862), reazionario convinto che venne affiancato dal governo prussiano a Wyttenbach (più liberale) allo scopo di sorvegliare le tendenze politiche di studenti e professori, e successivamente nominato come  nuovo direttore dell’istituto.

In una lettera di Heinrich Marx al figlio datata 18 novembre 1835, si può evincere l’ostilità che il giovane Karl provò per questo insegnante quando, insieme, ad un solo altro compagno di classe, questi mancò di fargli la tradizionale visita di commiato al che il padre suggerisce di inventarsi un'”innocente bugia” per salvare la faccia.

Al 1835 risalgono le prime opere filosofiche di  Karl Marx, stiamo però parlando dei temi da lui presentati agli esami per il diploma, sarebbe forse eccessivo perciò definirli opere.

Nel tema di religione Marx  analizzò la prima parte del Vangelo di Giovanni sottolineando l’importanza che l’apostolo attribuisce all’unione tra Cristo ed i credenti (ricordiamo che Treviri era una città cattolica facente parte di un regno reazionario protestante).

Molto più importante è il tema di latino, consistente in un confronto tra l’età Augustea, ritenuta il periodo d’oro di Roma, sia con l’età repubblicana (contraddistinta da conflitti tra fazioni bramose di potere poi schiacciate dal potere imperiale) che con l’impero di Nerone, identificato come principe folle e sanguinario, dannoso allo stesso istituto imperiale.

Nel tema si può leggere la seguente frase “un imperatore può meglio di una libera repubblica assicurare libertà al popolo” dimostrante forse il clima oppressivo nelle scuole prussiane della restaurazione.

Infine il tema di tedesco, sottolinea come scegliere un lavoro per cui si è particolarmente dotati ed interessati, porti beneficio non solo a se stessi, ma anche all’intera umanità.

Il 24 settembre 1835 infine, Karl Marx ottenne il diploma in cui è evidente la sua predilezione per  le materie umanistiche rispetto a quelle scientifiche ed una scarsa attenzione per il francese.

Innamorato della poesia e della filosofia, Marx venne però indirizzato dal padre, liberale ma leale suddito della corona e pragmatico, allo studio del diritto, finendo per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Bonn.

Ma questo e qualcosa che vedremo nel prossimo articolo.