Kurt Lewin

Kurt Lewin, gestalista polacco naturalizzato americano, nel 1939 criticò l’approccio monotematico di coloro che, prima di lui, si erano approcciati alla psicologia dell’adolescenza.

Tale critica partì dal riconoscere l’inutilità della ricerca di una materia che più delle altre riuscisse a spiegare l’adolescenza.

Sarebbe necessario lo studio del caso concreto, riscontrabile in determinati contesti, allo scopo di evidenziare elementi che intensifichino o acuiscano un fenomeno.

Come i predecessori, Lewin considera l’adolescenza come una fase di passaggio dall’infanzia all’età adulta ma a differenza loro non ritiene esista un’unica interpretazione assoluta

  • L’adolescenza è quindi il passaggio da una categoria sociale (infanzia) ad un’altra (età adulta) che si realizza all’interno del soggetto che non si considera più bambino e si sforza di entrare nel mondo degli adulti modificando il proprio contesto di riferimento.
  • Questo passaggio spinge il soggetto ad inoltrarsi in zone da lui mai realmente esplorate fino a quel momento. Egli è infatti abituato a muoversi in un mondo infantile e le uniche cognizioni del nuovo ambiente derivano dall’osservazione e dal dialogo con figure adulte. I vari contesti (culturale, sociale, famigliare) in cui è inserito il soggetto influiscono sull’esperienza che egli vivrà durante l’adolescenza confutando la teoria che le problematiche legate al periodo siano unicamente di natura biologica.
  • I cambiamenti fisici riscontrabili durante l’adolescenza rendono il corpo un elemento psicologico simile allo spazio in cui il soggetto vive ma molto più intimo. Detti cambiamenti influiscono sulla stabilità emotiva del soggetto poiché potrebbero creare disagi e senso di estraneità da sé.
  • Il radicalismo politico che si manifesterebbe nel corso dell’adolescenza è diretta conseguenza dell’elasticità mentale che il soggetto manifesta. Per spiegare tale conclusione dobbiamo far riferimento alla filosofia del campo secondo la quale il passaggio da un campo A noto ad un campo B sconosciuto provoca instabilità tanto nel nuovo campo quanto nell’individuo che viene influenzato dal primo.
  • Lo spazio geografico del soggetto durante l’adolescenza si espande, così come si amplia quello sociale. Anche il tempo diviene un elemento fondamentale per il percorso di vita dell’adolescente e soprattutto il futuro si rivela capace di influenzare il comportamento dell’adolescente. Il futuro considerato viene considerato come insieme di scopi (reali o ideali).
  • L’adolescenza ha una durata variabile a seconda dei contesti di riferimento; può essere molto breve o lunga. Il superamento dell’infanzia, unito alla percezione di una non accettazione da parte del mondo adulto a cui si ambisce, può spingere l’adolescente in uno stato simile all'”adulto marginale”. Questo stato produce instabilità emotiva e sensibilità spesso estrema che comporta in molti casi situazioni di bipolarismo (passaggio da un sentimento estremo all’altro). Come l’adulto marginale inoltre l’adolescente può sviluppare un’ostilità nei confronti di un soggetto considerato moralmente o fisicamente inferiore o diverso (come esempio vale tanto il cliché del ragazzo povero rifiutato dai coetanei più abbienti quanto il suo opposto).